Riflettere, confrontare i dati, accertarsi della validità delle affermazioni, verificare, sentire altre campane: questi sono gli elementi necessari ad ognuno di noi per riuscire a formare un vero, personale, spirito critico. Da sempre lo spirito critico è considerato una componente e al contempo un segno di intelligenza e lucidità.
L’identità personale costruita grazie ad una capacità riflessiva e di confronto è un’identità più salda, matura, abile alla trasmissione, flessibile. Con queste caratteristiche, possiamo affermare che chi è dotato di spirito critico gode di una maggiore salute: psicologica, fisica, relazionale, sociale.
Ora: la censura come si colloca in tutto questo bel panorama? Lo vediamo ogni giorno: ciò che non piace alle intelligenze artificiali (direzionate da intelligenze molto umane), alla narrazione dominante ed oggi anche da alcuni conduttori televisivi, viene cancellato, bannato, rimosso. Click. Siamo evidentemente di fronte ad una deriva.
Lo spirito critico si nutre infatti della possibilità di interrogarsi sulla validità dei dati, delle posizioni e delle informazioni proprio grazie all’esistenza di più voci nel coro.
Cancellare una voce che non piace equivale a privare l’essere umano della possibilità di ragionare e di compiere delle scelte reali.
Dobbiamo per forza essere super uomini e super donne per accettare l’esistenza di altri che la pensano diversamente da me e che offrono dati a sostegno del loro pensiero? No.
Qualcuno ci obbliga a guardare, ad esempio, i canali di informazione indipendente che offrono differenti narrazioni? No.
Dobbiamo per forza eliminare dalla faccia dalla terra tutto ciò che non ci piace? Rimarremmo probabilmente molto soli e avremmo poche possibilità di crescita come esseri umani.
Ne parlo insieme al dr. Tangocci grazie al dr. Edoardo Gagliardi su Byoblu: https://www.byoblu.com/2021/03/28/gli-effetti-collaterali-ed-i-pericoli-delle-restrizioni-silvia-salese-benedetto-tangocci/

Per rimanere aggiornati sul mio blog:
E’ indubbio che la libertà di pensiero, consenta un confronto tra opinioni diverse. Ed è altrettanto indubbio che, senza questa libertà di pensiero, non ci possa essere una libertà di espressione. La Storia ci insegna che in passato, quando l’opinione pubblica, iniziava a manifestare un dissenso, rispetto alle dichiarazioni ufficiali delle Istituzioni, queste poneva rimedio con il ricorso alla censura. E lo facevano innescando meccanismi di persuasione di massa, che utilizzavano un sottile e devastante meccanismo : dire alla popolazione, ciò che voleva sentire. Frasi del tipo : occorre fare in questo modo, seguire questi comportamenti, sottoporsi a certi trattamenti sanitari etc., e così saremo tutti salvi. Una sorta di carapace, come il guscio della tartaruga. Un rifugio nel quale la gente si rifugia, in attesa che il peggio sia passato. Questo scenario, a mio parere, significa ritornare la Medioevo, oscurare le nostre esistenze e quelle delle nuove generazioni. Un Medioevo reso sinistro e, forse, più duraturo, da una scienza ambigua. Del resto, questi, sono fenomeni tristemente noti. G. Orwell, nel 1984, scrisse : ” Chi controlla il potere, controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato”.
Loris Mauro
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