La solidarietà salverà il mondo: l’iniziativa “Cibo Bene Comune”

Si tratta della soluzione ai problemi individuali, familiari, sociali e culturali di tutti i tempi, la soluzione a lungo raggio e a lungo termine: stiamo parlando della solidarietà.

Un mio ex allievo pochi giorni fa mi ha ricordato le parole di Margaret Mead:

Femore rotto Margaret Mead

“Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra.
Ma non fu così.
Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo.” (1)

Ebbene, nonostante le grosse contraddizioni di questo periodo, le evidenti ingiustizie e la demotivazione che spesso ci assale, qualcuno riafferma a gran voce la presenza tra noi di persone ed iniziative civili, solidali e altruiste.

Sto parlando della Campagna Cibo Bene Comune del Comitato Rodotà in partnership con Slow Food Italia, associazione internazionale no profit concentrata sul valore del cibo, del rispetto di chi produce e dell’ecosistema.

Il Cibo è un Bene Comune: chi può dona, chi necessita prende, in solidarietà, alla pari.

Così recita lo slogan. L’iniziativa è nata per il desiderio di dar vita ad azioni di sostegno verso le fasce più deboli della popolazione, colpite dalla crisi innescata dal Covid-19. Il progetto sta predisponendo ed attivando dei punti di raccolta e smistamento di generi alimentari (le “ceste”), affinché la cittadinanza possa partecipare secondo le possibilità e le necessità.

Si parte dal presupposto che una società dove qualcuno non ha cibo da mangiare non è una società civile, e che la risposta non sia indignarsi dal proprio comodo divano da casa – magari davanti ad uno schermo – ma che sia invece mettersi in opera e dare a chi non ha.

La Campagna Cibo Bene Comune raccoglie adesioni manifestando la disponibilità ad essere un riferimento nel proprio contesto (strada, quartiere, Comune) di un punto di raccolta, o donando un sostegno per l’attuazione della Campagna.

L’ adozione delle ceste, la campagna di comunicazione da adottare, le aree geografiche e le tipologie di comunità e centri urbani, i generi alimentari consentiti e le richieste di adesione per la Campagna sono disponibili sul sito: https://generazionifuture.org/campagne/cibo_e_bene_comune.php

Questo genere di iniziativa salverà il mondo e ci restituirà una dignità che è essenziale riconquistare giorno dopo giorno. Io ringrazio e sostengo la Campagna del Comitato Rodotà. Fallo anche tu, facciamolo insieme.

(1) Fonte: Philip Yancey, Paul W. Brand – The Gift of Pain: Why We Hurt & what We Can Do about it, Harper Collins Publishers, 1993.

Pubblicato da Silvia Salese

Psicologa | Clinica, formazione e docenza - www.silviasalese.com

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