Comunicato di allarme psicologi e psichiatri

La comunicazione e la gestione del lockdown hanno spinto molti di noi psicologi, psicoterapeuti e psichiatri a parlarne, dapprima informalmente, poi in modo sempre più diffuso. I nostri dialoghi e riflessioni sono iniziati immediatamente, già dai primi giorni dell’isolamento forzato.

Sono state telefonate difficili, accomunate da lunghe liste di casi e testimonianze di mal tenuta sul versante psichico: ansia, disturbi del sonno, disturbi del comportamento, violenza e aggressività, disturbi ossessivo-compulsivi di grande rilevanza hanno afflitto una copiosa parte della popolazione. E poi ci sono i piccoli e gli adolescenti, che hanno sofferto dell’isolamento prima, del distanziamento e della paura del contagio adesso.

Ci siamo chiesti se tutto questo poteva essere evitato. Senza volerci perdere in polemiche, ma essenzialmente spinti dal desiderio di capire se si poteva fare qualcosa di diverso e di meglio, abbiamo riunito le idee. Abbiamo studiato a fondo i dati epidemiologici, abbiamo parlato con medici, virologi, ricercatori; abbiamo confrontato dati di osservatori psicologici di tutta Italia.

Mentre cercavamo di essere utili alle persone vicine e lontane come meglio riuscivamo – familiari, amici, conoscenti o pazienti – abbiamo ascoltato voci indipendenti, ricercatori senza conflitti di interesse, esperti provenienti da differenti settori, e la narrazione rispetto al Covid-19 cambiava radicalmente. Tutto questo, ci siamo resi ben presto conto, ha generato una delle comunicazioni più contraddittorie della storia, dissonanze forti e prese di posizione autoritarie che si sono riversate sul piano psichico delle persone, specie di quelle più fragili. Una comunicazione così irrazionale, da essere stata probabilmente causata da un enorme interesse delle forze economiche in gioco.

Abbiamo dunque scritto un Comunicato di allarme, diviso in tre parti:

  1. danni psicologici conseguenti al lockdown e alla sua gestione
  2. I pericoli di una comunicazione contraddittoria e fondata sulla paura
  3. La preoccupazione sulle conseguenze di una ripresa non sistemicamente ragionata

Lo abbiamo pubblicato su un sito, questo, dove lo si può leggere integralmente, eccolo:

Abbiamo raccolto le firme dei soli professionisti della salute mentale: psicologi, psicoterapeuti e psichiatri. In meno di un mese ecco che cosa è successo: oltre 700 professionisti si sono uniti a questa voce comune, che ha come unica finalità il benessere delle persone e della comunità. Nessun conflitto di interesse, nessuna finalità economica nè politica. Eccoci tutti:

Il Comunicato Psi, come è stato chiamato per brevità, è stato inviato alle autorità unitamente a tutte le firme (sul sito i dettagli) e ha rappresentato un modo per aiutare le persone a rintracciare significati su quanto accaduto. Non solo questo: è stato un modo anche per noi per non sentirci soli nel dare espressione dei tanti dubbi, del nostro dispiacere di fronte al quadro drammatico che ha coinvolto la popolazione italiana, del senso di impotenza che tutto questo ha generato.

Il lavoro è stato molto impegnativo, ma adesso abbiamo stabilito il primo traguardo: aver focalizzato l’inizio. Gli psicologi e gli psichiatri riuniti non hanno intenzione di stare a guardare passivamente uno scenario che progressivamente diventa fosco e nebuloso, ed ognuno di noi si impegnerà attivamente per promuovere una cultura della salute e del benessere, per difendere i diritti costituzionali e umani, per affermare il sacrosanto diritto a conoscere la verità, al di là della sua provenienza ufficiale o indipendente.

Abbiamo appena iniziato e non ci fermeremo. Uniti si vince.

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Pubblicato da Silvia Salese

Psicologa | Clinica, formazione e docenza - www.silviasalese.com

2 pensieri riguardo “Comunicato di allarme psicologi e psichiatri

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