Il futuro delle aziende è “bioispirato”. Ecco perché.

approccio bioispirato aziende

Il pensiero sistemico ci pone di fronte ad una grande evidenza: i sistemi viventi complessi, come le piante, gli animali e gli esseri umani, sono fatti della stessa materia e rispondono alle medesime leggi. I sistemi viventi, infatti, pur avendo caratteristiche differenti, sono composti da cellule, condividono gli stessi schemi metabolici e utilizzano una modalità a noi ben conosciuta per comunicare: l’interconnessione. Il futuro di un sistema complesso – quale un’azienda rappresenta – si dovrà ispirare al modo in cui in natura avvengono questi scambi per far fronte agli inevitabili cambiamenti, a partire dall’unità vivente più piccola conosciuta: la cellula. Ecco perché.

A cosa ti servirà la lettura di questo articolo?

  • Ad avere un quadro complessivo dell’approccio bioispirato
  • Ad acquisire un vocabolario essenziale del pensiero sistemico
  • Ad approfondire il concetto di perturbazione
  • A trarre ispirazione per far fronte alle necessità di cambiamento
  • Ad usare questi concetti per creare slide o documenti per le tue presentazioni professionali
  • Ad approfondire grazie alla bibliografia essenziale indicata a fondo dell’articolo

Perché le piante sono intelligenti

Immaginiamo il peggio, ad esempio che arrivi una meteora e distrugga parte della terra del nostro pianeta (magari una parte disabitata perché tutti sono andati in vacanza…). Cosa succederebbe?

Le case, i negozi, gli uffici verrebbero spazzati via in un soffio. Non potremmo più ritornare sulle strade, ogni cosa sarebbe persa così come ogni possibilità di un ritorno alle attività o di ripristinare routine. Non servirebbero più le leggi, il denaro, le regolamentazioni, nulla. Ora facciamo passare 50 anni. Cosa vedremmo come scenario? Probabilmente questo:

Vedremo piante, sostanzialmente, e con il passare del tempo anche qualche animale. Questo scenario corrisponde a quello di Chernobyl, che oggi si presenta così:

Perché? Perché le piante e subito dopo gli animali rispondono perfettamente ad un criterio: l’adattabilità.

In natura non vince il più forte, ma vince il più adatto. 

Certo, gli esseri umani sono diversi e hanno bisogno di differenti condizioni ambientali per poter vivere e svilupparsi. Tuttavia sia chi si occupa di salute individuale (organismo complesso singolo) che chi si occupa di salute aziendale (organismo complesso che risponde al nome di organizzazione), fa oggi alcuni ragionamenti.

  1. Un sistema vivente è composto di cellule, un’organizzazione è composta da persone. Possiamo dunque considerare le persone che compongono un’azienda come le cellule di un organismo.
  2. Le membrane cellulari non hanno barriere di separazione ma di identità. La membrana delle cellule non sono dunque dei recinti chiusi, ma permettono una continua e costante uscita ed entrata di informazioni chimiche. Questo le differenzia rendendo la loro identità differente e specifica.
  3. Una cellula ha un metabolismo che avviene grazie a reti di reazioni chimiche. Anche le organizzazioni hanno un metabolismo che avviene grazie a reti di relazioni tra persone.
  4. Ogni sistema vivente è caratterizzato da un determinato pattern, ovvero da una configurazione di relazioni tra le componenti di un sistema che determina le sue caratteristiche essenziali. Il pattern non cambia. Ciò che cambia è invece la struttura, in quanto le cellule che lo compongono sono sistemi autopoietici, ovvero auto-organizzati. Le medesime proprietà contraddistinguono le organizzazioni.
  5. Il concetto di accoppiamento strutturale in biologia ci riporta al fatto che un sistema vivente non può essere modificato dall’esterno, ma solo perturbato. L’accoppiamento strutturale si riferisce infatti all’interazione di un sistema vivente con il suo ambiente, in cui il sistema risponde alle influenze ambientali con cambiamenti strutturali nel suo stesso modo auto-organizzante.

Ecco allora che diventano evidenti alcuni punti chiave, generalmente toccati in tutti i casi di organizzazione e riorganizzazione aziendale, e che io stessa nel mio lavoro di consulente constato essere nodali per innescare reali trasformazioni.

  • Parimenti alle cellule, e proprio come fanno le piante, le aziende necessitano una nuova organizzazione (struttura) per adattarsi ai cambiamenti. Non è possibile auspicare trasformazioni mantenendo la struttura identica.
  • Ogni azienda è sostenuta da un obiettivo (la funzione in biologia) ed è costituita da una realtà di persone (le cellule). Questo mette in luce che – proprio come negli organismi complessi in natura – l’organizzazione ha bisogno di aver chiara la sua identità e la sua funzione (vision), e che non può trascurare le persone che la compongono per il suo buon funzionamento. Quando le nostre cellule sono in difficoltà, l’intero organismo ne soffre le conseguenze.
  • L’azienda è un sistema autopoietico che deve affrontare inevitabili cambiamenti. Non possiamo immaginare una realtà dove nulla cambia e tutto procede in modo lineare. La vita è contraddistinta da passaggi, turbolenze e perturbazioni. E ognuno di noi, questo, lo sa molto bene.
  • Se una macchina può essere controllata, un sistema vivente può essere solo perturbato. Occorre dare stimoli perturbativi, e occorre saperlo fare bene in maniera tale da perseguire uno dei diversi principi su cui si fonda il potere: quello della delega. Il controllo e la coercizione non generano quanto atteso.

Una resilienza bioispirata

La resilienza indica la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.

Applicato all’essere umano, normalmente il concetto indica un processo di riadattamento qualora si affrontino come risultato positivo esperienze traumatiche, gravi patologie, alti livelli di stress, e altre perturbazioni. L’individuo sviluppa in questi casi una forte capacità di adattamento alle nuove situazioni in cui si trova immerso, riuscendo così ad affrontare e superare grandi ostacoli.

Ma quali sono le caratteristiche che un’organizzazione deve avere per essere resiliente? Ritornano i principi sopra esposti

  • una solida identità di gruppo, che risponde infatti al bisogno di appartenenza secondo la prospettiva della psicologia umanista di Abraham Maslow.
  • Una reale coesione sociale.
  • Una comunità di intenti, chiari e condivisi.
  • Valori comuni, che orientano le relazioni formali e informali.
  • Apertura al cambiamento, che tenga conto delle persone, della loro salute e delle loro possibilità.

Approfondiremo ognuno di questi aspetti prossimamente.

Per consulenze ed interventi

Riferimenti

Bateson G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 1977.

 Capra F., Il Punto di svolta, Feltrinelli, Milano, 1984.

Capra F., Luisi P.L., Vita e Natura, Aboca, Sansepolcro (AR), 2014.

Hillman J., Ventura M., Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio,  Raffaello Cortina, Milano, 1998.

Mancuso S., Plant Revolution, Giunti Editori, Firenze, 2017.

Pubblicato da Silvia Salese

Psicologa | Clinica, formazione e docenza - www.silviasalese.com

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